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lunedì 25 febbraio 2013

I PRINCIPI DELL'ALLENAMENTO.

Nella relazione pedagogica e nell’insegnamento sono identificabili alcuni principi che aumentano in modo determinante l’efficacia dell’effetto dell’attività dell’allenatore: il principio della consapevolezza; il principio dell’evidenza; il principio della accessibilità e della risolvibilità; il principio della sistematica. IL PRINCIPIO DELLA CONSAPEVOLEZZA. Il legame fra volontà e potenza biologica è di grande efficacia se la coscienza delle proprie possibilità e attività è elevata. Uno dei ruoli dell’allenatore è quello di aumentare la coscienza delle sensazioni profonde dell’atleta, accrescerle con la comunicazione verbale delle impressioni che verificano e identificano le impressioni dell’atleta. Le propriocezioni muscolari devono essere sempre più perfette e il divario fra ciò che l’atleta sente e ciò che l’atleta fa deve sempre essere più ridotto. L’automatismo dei movimenti non è una limitazione della coscienza, ma al contrario una fase fondamentale per il controllo cosciente della finalità del progetto motorio di cui l’atleta è protagonista. Per questo l’allenatore deve aumentare l’autocoscienza dell’atleta fornendogli più notizie possibili sulla sua esecuzione. L’autonomia dell’atleta e la sua creatività sono largamente influenzate dal suo livello di conoscenza delle abilità e dal suo livello di percezione delle stesse. IL PRINCIPIO DELL'EVIDENZA. L’evidenza attraverso la dimostrazione è la forma iniziale e fondamentale di comunicazione, in particolare nell’educazione fisica, dove l’immagine del movimento è lo strumento primario e insostituibile di insegnamento (la verbalizzazione è possibile in seguito quando l’abilità sarà padroneggiata in buona misura. Nel dimostrare l’esercizio sarà determinante evidenziare i punti più importanti dell’esecuzione che hanno significatività nella progressione didattica: le cose più importanti all’inizio, le cose via via più specifiche in seguito. Un importante mezzo dell’insegnamento è la verifica oggettiva delle esecuzioni, cioè la visione dell’esecuzione e quindi la ricostruzione, la sovrapponibilità fra percezioni motorie ed effettiva esecuzione. IL PRINCIPIO DELLA ACCESSIBILITA' E DELLA RISOLVIBILITA'. La proposta dei compiti motori che l’allenatore fa al suo atleta ha spesso un successo garantito se è proporzionato alle capacità esecutive di quest’ultimo. La motivazione al movimento è spesso legata alla gratificazione che dà la sua pratica, in quanto realizza un obiettivo e costruisce delle sequenze di movimento armoniche, che vengono spesso composte lentamente con la proposta di situazioni adatte all’individuo che le esegue. Lo stesso vale per l’entità degli sforzi proposti. La proposta di allenamento deve essere accessibile all’allievo, sul piano condizionale, coordinativo, tecnico, tattico. Deve essere anche risolvibile attraverso proposte semplificate che rendano consapevoli della accessibilità alla prestazione determinata. IL PRINCIPIO DELLA SISTEMATICA. Con il principio della sistematica si sottolinea la logica consequenziale nell’organizzazione di tutti i mezzi in corrispondenza dei principi che servono l’allenamento. I punti centrali sono: lo sviluppo di un punto focale nella seduta, nel periodo di breve e brevissima durata. la progressione dell’allenamento in funzione dello stato di allenamento degli atleti. l’individualizzazione. la chiarezza degli obiettivi, mezzi e modi dell’allenamento. Sul piano didattico-metodologico si possono sintetizzare le seguenti regole di prassi: Dal semplice al complesso. Dal facile al difficile. Dal conosciuto al non conosciuto.